| Dati tecnici
Titolo: " Himechan no Ribbon" (trad. "Il fiocco di Himechan") N° episodi: 61 Produzione: Studio Galopp Periodo di trasmissione: 02/10/1992 ~ 03/12/1993
Considerazioni
Dal manga "Himechan no ribbon" è stata tratta una serie tv di 62 episodi, dal titolo omonimo. La serie è arrivata anche in Italia, grazie (?) ai circuiti Mediaset. Ricordiamo che pochi anni fa ha iniziato ad affermarsi il caro amico Nicola Bartolini Carrassi, aspirante poeta a giudicare dai titoli assurdi che venivano appioppati agli anime di quel periodo (almeno le leggende metropolitane li attribuiscono alla sua fervida fantasia), per cui il semplice titolo "Il fiocco di Himechan" si è trasformato in un improbabile "Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare". Naturalmente quella del titolo non è stata l'unica forma di censura nei confronti di questo cartone animato. Innanzitutto sono stati stravolti i nomi di quasi tutti personaggi. Himeko è diventata Himi, Daichi è diventato DaiDai [dai dai che ce la fai, strombetta, metti la marcia e vai.... ehm, no questa era un'altra cosa ^^] e così via. Pochi sono i nomi rimasti invariati, direi che si contano sulle dita di una mano. Comunque potete divertirvi a leggerli, se già non li conoscete, nella galleria dei personaggi, dove ho indicato accanto al nome originale, anche quello italiano.
La scelta dei doppiatori tutto sommato non è stata malvagia, d'altronde il doppiaggio è stato diretto da Veronica Pivetti (che dava anche la voce a Manami nella prima parte della serie) e Gabriele Calindri, due veterani dell'ambiente. Himechan è doppiata da Elisabetta Spinelli, reduce dal doppiaggio delle prime serie di Sailormoon, e molto di moda in quel periodo (praticamente la infilavano dappertutto, era peggio del prezzemolo), che sebbene non paragonabile alla voce giapponese (in patria Himeko è doppiata da Ikue Ootani, doppiatrice tra gli altri di Pikachu nei "Pokemon" e di Merle in "Escaflowne") riesce a caratterizzare abbastanza bene il personaggio. La cosa strana però è che in originale anche Erika è doppiata dalla Ootani, il che rende ancora più forte la somiglianza dei due personaggi (ricordiamoci che Himeko è la sosia della principessa... in Giappone gli abitanti del regno magico e i rispettivi sosia umani hanno sempre lo stesso doppiatore!). In Italia invece, per doppiare Erika, è stata scelta Federica Valenti. Daichi è doppiato da Claudio Ridolfo (la voce giapponese è invece di Yuu Daiki), che forse in alcuni punti recita in modo un po' troppo infantile. Pokota ha la voce di Pietro Ubaldi, doppiatore che solitamente odio ma che in questo caso ben si addice al leoncino di pezza. In madrepatria è doppiato invece da Kazue Ikura, famosa soprattutto come voce di Kaori Makimura in "City Hunter" e di Ashura in "RG Veda". Anche Roberta Gallina fa un ottimo lavoro su Hikaru, accentuando il lato comico del personaggio. Tra l'altro, tra i doppiatori giapponesi degli altri personaggi (più o meno importanti), si possono notare alcune voci "di lusso" come Yuri Shiratori (Mokona in "Rayearth", Arisu di "Proteggi la mia terra", Yukina in "YuYu Hakusho"), Minami Takayama (Dilandu in "Escaflowne", Nabiki in "Ranma 1/2", Kiki in "Kiki's delivery service", Conan in "Detective Conan"), Yumi Touma (Yui in "Fushigi Yuugi", Urd in "Oh mia dea", Mariko in "Cortili del cuore") e Kikuko Inoue (Belldandy in "Oh mia dea", Kasumi in "Ranma 1/2", Electra in "Nadia", Seira in "St. Tail"), famosissimi e apprezzatissimi in madrepatria.
Il character design dei personaggi, a cura di Hajime Watanabe, è molto fedele all'originale e si mantiene a un livello costante per tutta la durata della serie, senza sbalzi notevoli da un episodio all'altro. La regia è di Hatsuki Tsuji, che ha lavorato, anche come chara-design, in "Anime Sanjushi" (i tre moschettieri di Monkey Punch), e "Akazukin Cha Cha" (per la somiglianza grafica con i personaggi di quest'ultimo anime, mi chiedo se abbia anche collaborato al chara di Himechan....).
Per quanto riguarda la trama, inizialmente anime e manga viaggiano sullo stesso binario, e le differenze tra i due si limitano a piccoli ritocchi qua e là per rendere più interessante la visione dell'anime. Con l'avanzare degli episodi però le differenze aumentano sempre di più: sempre più numerosi sono gli episodi autoconclusivi slegati dal continuum della storia, mentre verso la fine si può notare uno stacco più netto tra le due trame, tantochè il finale della serie tv non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello cartaceo, molto più romantico e significativo. Nella versione italiana sono stati inoltre eliminati 2 episodi, fortunatamente irrilevanti ai fini della storia in quanto erano costituiti per lo più da flashback.
La colonna sonora di Kenji Kawai (che i più attenti ricorderanno per le sue belllissime colonne sonore di Oh mia dea, Ghost in the shell, gli anime di Rumiko Takahashi, ecc) è molto curata e orecchiabile, e le sigle sono interpretate dagli SMAP, popolare gruppo musicale nipponico, paragonato spesso ai TakeThat, più per il successo riscosso tra le teenagers giapponesi che per un'effettiva somiglianza del genere musicale del gruppo inglese. Le musiche e la canzoni sono state raccolte in 2 cd, a cui ne sono seguiti poi altri 2 contenenti drama e nuove canzoni. Informazioni più precise le potete trovare nell'apposita pagina dedicata ai CD MUSICALI.
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